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Otto S.

10/2023
Interactive Installation, ‘10 min.
2 Channels, Projectors, Speakers, Webcams, Cables, Trusses, Projection Surfaces .
At Sottosopra Festival, Castelfranco Veneto

Realizzata con Giacomo Baccega, OTTO S. è un’installazione interattiva. Mette in scena e riflette sulle diverse agentività, umane e non umane, coinvolte nelle attività del festival, e sulla relazione tra Sottosopra e la riconversione degli spazi liminali. Agisce come un otturatore a lunga esposizione, tracciando i movimenti dei partecipanti e riflettendoli in immagini bidimensionali e tridimensionali, creando uno scambio dinamico di flussi ed di energia nella rappresentazione visiva di spazi un tempo dormienti.

La ricerca propone visioni attuali, concrete, sugli spazi abitati e abbandonati, scansionati in 3D e manipolati dal pubblico, e visioni future-virtuali di identità organiche, umane e non umane, tanto materiche, analogiche, quanto tecnologiche, delle agentività che costituiscono e modellano i luoghi, realizzate mediante generazioni in tempo reale di immagini grazie ad AI, poi fuse con i corpi tracciati del pubblico. Il progetto va oltre lasuperficie delle immagini, scavando al suo interno, distorcendone il tempo e lo spazio, tracciando movimenti dilatati risultanti dal passaggio delle soggettività all’interno dello spazio. Riflette sul tema dello specchio e dell’identità come flusso e scambio instabile e costante tra soggettività e spazi vivi e abitati.

Realized with Giacomo Baccega, Otto S. is an interactive installation. It stages and reflects on the different agencies, human and non human, involved in the festival’s activities, and the relationship between Sottosopra and the repurposing of liminal spaces.

It offers present visions of abandoned and liminal spaces scattered through the city, which are 3D scanned and manipulated by the audience, and future-virtual visions of organic, human and non-human entities, agencies that constitute and shape the site, analogical and technological, obtained through live Stable Diffusion model generations merged with the tracked bodies of the audience.

The research goes beyond the images’ surface, digging inside of it, distorting its time and space tracing dilated movements resulting from the crossing of subjectivities inside of the space. Its reflects on the theme of the mirror and identity as an unstable, constant flux and exchange between subjectivities and living and inhabited spaces.

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